FESTE VIGILIANE Città di Trento   26  giugno 2004 - ore 10:00

 
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Il pane e il vino di San Vigilio

L´assalto al pane e al vino di S.Vigilio lo travolge. «Piano, piano. Ce n'é per tutti». Il cardinale si infila tra la giungla di mani tese per salutarlo e sopravanza a malapena. « Bravi, bravi, continuate così. Trento e Milano devono essere sempre più unite. Forza e coraggio ». Per Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, l´accoglienza di piazza Duomo nel giorno di San Vigilio, patrono della città, è calorosa. È iniziata la mattina, a partire dalla chiesa di san Pietro, la solenne celebrazione cittadina, con la processione con l´urna delle reliquie di san Vigilio e il corteo fino alla cattedrale. È continuata con la messa solenne in duomo, presieduta dal cardinale di Milano, insieme all´arcivescovo di Trento monsignor Luigi Bressan. E si è conclusa in piazza, al suono della banda di Vigo e Darè, brindando con il vino e sgranocchiando il pane delle Vigiliane, messi a disposizione dall´associazione provinciale panificatori e dalla cantina dell´Istituto agrario di San Michele. Il cardinale Tettamanzi non ha l´incedere aulico del suo predecessore cardinal Martini, nè l´asciuttezza tormentata del cardinal Montini, poi Paolo VI. Ma la bonomia alla papa Giovanni lo fa rendere simpatico alla gente, semplice nei modi. E la sua omelia assume più un taglio pastorale che biblico o cultural - politico, come aveva abituati il cardinal Martini. Ma, intervistato, sa rispondere con schiettezza, senza troppe prudenze curiali. Cardinale, in Trentino come a Milano, come in tutto l´Occidente, l´Islam sta crescendo a vista d´occhio. C´è chi teme questa avanzata, e la vede come una minaccia della stessa presenza cristiana. Cosa ne pensa? «Occorre conoscersi di più reciprocamente, andare alle radici comuni. Attenti alla contrapposizione. L´importante è che le diverse religione siano autentiche, che partano dal cuore dell´uomo, e aiutino a capire che il rapporto con Dio non ci fa evadere dalla storia. Un rapporto autentico con Dio è fonte di convivenza pacifica, di incontro, di legami profondi. Le religioni possono dare una testimonianza importante in questa direzione». L´uomo di oggi è spesso disorientato dalla globalizzazione. L´essere parte di un unico villaggio globale, sempre più omogeneizzato nei costumi e nei modi di vita e di pensiero, crea paura, insicurezza. Porta a egoismi e chiusure. « È sbagliato. Il cristiano non deve aver paura della mondializzazione. Dobbiamo tutti impegnarci per creare una società solidale, un´Europa aperta, e nello stesso tempo impegnarci in un processo più ampio della mondializzazione ». Eminenza, il fatto che nella Costituzione europea non si sia fatto alcun riferimento alle radici cristiane, significa che è venuto meno il legame con questa eredità culturale? «No, l´Europa ha profonde radici cristiane, solo che hanno bisogno di essere rivitalizzate. Le radici cristiane di un popolo non dipendono da un pezzo di carta. Contano la vita, le opere, la testimonianza. Queste devono avere impresso il Vangelo». Però il Trentino, e l´Occidente intero, sono sempre più scristianizzati. Il messaggio del Vangelo sembra non interessare più l´uomo d´oggi. « I cristiani devono essere attenti alle domande che ogni uomo ha nel suo cuore, devono prestare l´orecchio agli interrogativi che vengono dal mondo d´oggi, da ogni popolo. Perché c´è un bisogno di valori profondi, autentici, di dare un senso alla vita, alla morte, alla sofferenza. E Cristo può dare una risposta a queste domande. Non bisogna quindi demoralizzarsi, ma essere a fianco dell´uomo d´oggi ». In politica oggi si fa sempre meno riferimento alla giustizia sociale. «Essere cristiani non ci estranea dal mondo, ma ci impegna ad un´attenzione del tutto privilegiata ai poveri. I diritti dei deboli non sono affatto diritti deboli, ma sono del tutto eguali ai diritti dei forti».............continua>>>>>


     

 

 

 

 

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