E sono in migliaia, i
trentini e gli ospiti, che salutano in allegria la città
nell´ultimo giorno delle Feste Vigiliane. E sono di
tutti i colori: ci sono i soliti bianchi ma ci sono
anche quelli dalla pelle più scura e dalla pelle
scurissima e ci sono i gialli. E poi, ci sono le
bancarelle coi prodotti tipici trentini. E c´è la gente
in costume. E il caldo buono estivo. E una carrozza con
sopra le caprette e i maialini. E i ristoranti fanno i
soldi e ci sono, in uno dei pochi angoli vuoti della
città, i musicisti rumeni che sono bravissimi. E, per
fortuna, passando, dopo dieci ore di digiuno, una bella
signora ci offre un po´ di pane col formài miz (
formaggio praticamente stagionato
nella grappa ) della valle dei Laghi e un signore
gentile ci offre un poco di vino Groppello. E i
polentari di Storo vendono la loro polenta buona e i
trentini di Sardegna la loro porchetta. E i panificatori
trentini fanno assaggiare al grande popolo il dolce di
S. Vigilio. E nell´arena di piazza Fiera la disfida
l´hanno vinto i Gobj, cioè i trentini, che hanno
resistito all´assalto dei Ciusi, cioè dei feltrini, che
volevano rubare loro la polenta e che invece hanno
rubato loro solo alcune strozzere, a una delle quali
hanno portato via le mutande. E come spiegare a chi non
la conosce, una disfida che è complicatissima,
macchinosa, poco spettacolare e persino un tantino
noiosa? E anche così c´era un pieno di gente in piazza
Fiera, già mezz´ora prima delle 21 quando tutto è
iniziato. E la pazienza e la bravura di Gabriele
Biancardi e Mattia Eccheli hanno saputo condurre quella
folla sino al momento della tenzone, e anche dopo, che è
stata la cosa più difficile. E va bene che la cosa sia
trentina: che le donne facciano solo la polenta ed usino
solo la scopa, che sia la polenta a dare il tempo al
tutto. E va benissimo che le autorità facciano
passerella. E sono il sindaco Alberto Pacher, il vescovo
Luigi Bressan, un altro vescovo Adriano Tomasi di Lima,
e l´organizzatore delle Vigiliane Guido Malossini. E va
bene che le autorità, i trentini si sa sono un poco
"servizievoli" con le autorità, vengano ancora
richiamate sul palco per un omaggio. E le autorità sono
ancora Alberto Pacher, i vescovi Bressan e Tomasi e
Guido Malossini. E concediamo anche il fatto che i
costumi sono belli. E i Gobj trentini hanno il colore
grigio, adattissimo, e i Ciusi feltrini, invece, il
giallo e rosso.
E poi si parte. E le strozzere preparano davvero la
polenta e i Gobj si mettono in circolo a difenderle. E
qui uno si aspetterebbe una battaglia con molto
agonismo,con tratti spettacolari, con grinta, con un
poco di rabbia, con competizione, con allegria e
strepiti, col pubblico in piedi a tifare e strapparsi i
capelli, con la città che ride e che si incazza. E c´è
poco di questo. E fingono una corsa di un asino contro
un pony e quando mai l´asino potrebbe vincere in una
corsa vera? E poi fingono che i Ciusi rubino una
strozzera ai Gobj che fingono di arrabbiarsi. E poi
tutti fingono di dire cose. E passano ore prima che si
arrivi alla disfida finale. E gli arbitri devono
spiegare per bene le regole e nessuno le capisce proprio
bene perché il gioco è complesso. E alla fine c´è un
minuto e 10 secondo in cui i Ciusi cercano di aprire con
la forza delle braccia la cerchia umana di Gobj che
difendono la polenta. E non ce la fanno i Ciusi. O ce la
farebbero? E anche qui la cosa è assolutamente rara
perché la battaglia terribile è stoppata dai giudici,
dai politici cioè. Che decidono loro chi ha vinto e
hanno vinto i Gobj e nelle 21 edizioni sono in vantaggio
di 11 a 9 sui Ciusi ( una edizione non ha visto la gara,
per pioggia ). E la domanda è: non si potrebbe cambiarlo
il gioco e farne uno più comprensibile, più
appassionante, più spettacolare, più agonisticamente
valido? E anche se saremo alla 22° edizione, non si
potrebbe fare? E la città però chiude bene le feste del
patrono, e le Vigiliane chiudono bene dopo una manciata
di giorni vissuta nel folclore, nel ricordo della
storia, nel bere e nel mangiare. Nel divertimento
insomma. Con qualche pacchianeria come la porta di S.
Vigilio, ma anche tante cose interessanti e belle. E noi
ringraziamo che non siamo un popolo in guerra, che ci
abbiamo l´opulenza, che possiamo fare queste belle
feste. E ringraziamo il tempo che quest´anno è stato
bello e ci ha permesso persino di fare la bellissima
Cena benedettina, di fare la bella gara delle zattere e
di toncare i soliti autonomisti. E, alla fine di tutto,
il magnifico spettacolo dei fuochi d´artificio e la
collina di Trento piena di gente per vederli, e la città
intera col naso all´insù. E i Ciusi e i Gobj? Bella
gente ma giocano un gioco strano, da rivedere..........Arrivederci
al prossimo anno.
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