Il pane e il vino di San Vigilio
L´assalto al pane e al
vino di S.Vigilio lo travolge. «Piano, piano. Ce n'é per
tutti». Il cardinale si infila tra la giungla di mani
tese per salutarlo e sopravanza a malapena. « Bravi,
bravi, continuate così. Trento e Milano devono essere
sempre più unite. Forza e coraggio ». Per
Dionigi Tettamanzi,
arcivescovo di Milano, l´accoglienza di piazza Duomo nel
giorno di San Vigilio, patrono della città, è calorosa.
È iniziata la mattina, a partire dalla chiesa di san
Pietro, la solenne celebrazione cittadina, con la
processione con l´urna delle
reliquie di san Vigilio e il corteo fino alla
cattedrale. È continuata con la messa solenne in duomo,
presieduta dal cardinale di Milano, insieme
all´arcivescovo di Trento monsignor Luigi Bressan. E si
è conclusa in piazza, al suono
della banda di Vigo e Darè,
brindando con il vino e sgranocchiando il pane delle
Vigiliane, messi a disposizione dall´associazione
provinciale panificatori e dalla cantina dell´Istituto
agrario di San Michele. Il cardinale Tettamanzi non ha
l´incedere aulico del suo predecessore cardinal Martini,
nè l´asciuttezza tormentata del cardinal Montini, poi
Paolo VI. Ma la bonomia alla papa Giovanni lo fa rendere
simpatico alla gente, semplice nei modi. E la sua omelia
assume più un taglio pastorale che biblico o cultural -
politico, come aveva abituati il cardinal Martini. Ma,
intervistato, sa rispondere con schiettezza, senza
troppe prudenze curiali. Cardinale, in Trentino come a
Milano, come in tutto l´Occidente, l´Islam sta crescendo
a vista d´occhio. C´è chi teme questa avanzata, e la
vede come una minaccia della stessa presenza cristiana.
Cosa ne pensa? «Occorre conoscersi
di più reciprocamente, andare alle radici comuni.
Attenti alla contrapposizione. L´importante è che le
diverse religione siano autentiche, che partano dal
cuore dell´uomo, e aiutino a capire che il rapporto con
Dio non ci fa evadere dalla storia. Un rapporto
autentico con Dio è fonte di convivenza pacifica, di
incontro, di legami profondi. Le religioni possono dare
una testimonianza importante in questa direzione».
L´uomo di oggi è spesso disorientato dalla
globalizzazione. L´essere parte di un unico villaggio
globale, sempre più omogeneizzato nei costumi e nei modi
di vita e di pensiero, crea paura, insicurezza. Porta a
egoismi e chiusure. « È sbagliato.
Il cristiano non deve aver paura della mondializzazione.
Dobbiamo tutti impegnarci per creare una società
solidale, un´Europa aperta, e nello stesso tempo
impegnarci in un processo più ampio della
mondializzazione ». Eminenza, il fatto che nella
Costituzione europea non si sia fatto alcun riferimento
alle radici cristiane, significa che è venuto meno il
legame con questa eredità culturale? «No, l´Europa ha
profonde radici cristiane, solo che hanno bisogno di
essere rivitalizzate. Le radici cristiane di un popolo
non dipendono da un pezzo di carta. Contano la vita, le
opere, la testimonianza. Queste devono avere impresso il
Vangelo». Però il Trentino, e l´Occidente intero, sono
sempre più scristianizzati. Il messaggio del Vangelo
sembra non interessare più l´uomo d´oggi. «
I cristiani devono essere attenti
alle domande che ogni uomo ha nel suo cuore, devono
prestare l´orecchio agli interrogativi che vengono dal
mondo d´oggi, da ogni popolo. Perché c´è un bisogno di
valori profondi, autentici, di dare un senso alla vita,
alla morte, alla sofferenza. E Cristo può dare una
risposta a queste domande. Non bisogna quindi
demoralizzarsi, ma essere a fianco dell´uomo d´oggi
». In politica oggi si fa sempre meno riferimento
alla giustizia sociale. «Essere
cristiani non ci estranea dal mondo, ma ci impegna ad
un´attenzione del tutto privilegiata ai poveri. I
diritti dei deboli non sono affatto diritti deboli, ma
sono del tutto eguali ai diritti dei forti».............continua>>>>>

|